giovedì 15 marzo 2012

Leadership & BDSM


Cos'è che rende qualcuno un leader autentico? Suppongo che i requisiti di una buona leadership si possano riassumere in tre caratteristiche fondamentali: visione, passione e direzione. Vale sicuramente la pena approfondire questi tre elementi ma anche il significato i termini "autentico" e "leader". "Autentico" può assumere vari significati, "genuino", "veritiero", "in buona fede". Tuttavia nel nostro ambito "autentico" può anche essere interpretato come "degno di accettazione e credo", in altre parole "affidabile". Per quanto riguarda il termine "leader", tra la più vasta popolazione è inteso come colui che ha capacità di leadership senza che essa dipenda dal proprio stato, titolo o grado, così nella comunità BDSM la capacità di leadership non dovrebbe dipendere dall'avere un dato titolo, dall'essere proprietario di un club o un organizzatore, dall'essere un autore pubblicato o un assiduo frequentatore. Si può avere la stoffa giusta per essere un autentico leader indipendentemente dal tipo di fisico, dal ruolo in scena, dalle attitudini personali e dalle dimensioni del guardaroba... fetish. E ovviamente non sono elementi determinanti neanche la razza, il sesso, il genere o l'orientamento sessuale.

Né essere un boss e neanche un capo, rende leader. Il leader è in realtà un servo della comunità, una persona al servizio della gente che rappresenta, anche se la nostra classe politica spesso dimentica questo piccolo particolare. Nello specifico della nostra comunità essere "Dom", essere "nato Dom", non rende certo un leader. I leader possono essere capi, politici, Dom, ma non è necessario.

Spesso alcuni Master, Mistress, Daddies e simili confondono il potere che hanno su un altro con l'essere qualificato nel ruolo di leader della comunità stessa. L'autorità non è una leadership, per un motivo semplicissimo: l'autorità fa uso del potere coercitivo, mentre un segno distintivo della leadership autentica è l'uso del potere persuasivo. Il potere coercitivo viene usato per sottomettere le persone in malo modo. Può essere palese e brutale, come in molti paesi in guerra, oppure nascosto e sottile, manipolatore e subdolo. Nel primo caso si hanno situazioni aperte e riconosciute, nel secondo insidie molto difficili da rilevare, ma in ogni caso la coercizione rafforza solo la resistenza ad essa. Anche se si ottenessero risultati sperati, con la coercizione si ottengono effetti che persistono solo finché la coercizione è in atto. D'altro canto invece, il potere della persuasione ha un'influenza duratura, che rimane a lungo dopo che la situazione che l'ha generata è stata superata.

Detto cosa un leader non è, vediamo cosa un leader è. Secondo Eisenhower "La leadership è l'arte di convincere qualcun altro a fare qualcosa che tu vuoi venga fatto, convincendolo che vuole farlo". Secondo Neale Donald Walsch "Un vero leader non è quello col maggior numero di seguaci, ma quello che crea il maggior numero di leader". John Quincy Adams: "Se le vostre azioni spingono gli altri a sognare di più, imparare di più, fare di più e diventare di più, siete un leader". Infine secondo Napoleone Bonaparte, che in merito doveva saperla lunga, "Un leader è un commerciante di speranza".

Ciò che si ricava da queste illustri ed esperte opinioni è che un leader affidabile è qualcuno che mette il bene comune al di sopra della sua personale agenda e che l'autentica leadership si estende oltre se stessi a formare una sorta di "ministero". Ministero inteso proprio secondo un significato spiccatamente religioso e questo perché c'è indubbiamente qualcosa che ci spinge a fare quello che facciamo e non si può ridurre solo al richiamo dei nostri lombi, quanto piuttosto un desiderio più profondo di unire carne e spirito, il nostro desiderio di completare la nostra sessualità con la nostra spiritualità. Fermo restando però che la spiritualità non è religione. Le religioni sono utili nella misura in cui ci indicano una strada alla nostra spiritualità, ma non basta essere instradati sulla strada corretta per considerare il lavoro finito. In ogni caso, proprio per la nostra volontà di integrare sessualità e spiritualità, i nostri club e le nostre comunità e organizzazioni hanno molto più in comune con chiese e comunità spirituali che con qualsiasi altro tipo di associazione. Non la pensate così? Allora facciamo qualche considerazione:

(1) sia le chiese che le comunità SM fanno un enorme sforzo per organizzare, standardizzare e istituzionalizzare gli insegnamenti e le pratiche potenzialmente trascendenti;
(2) non importa quanto grande sia un'associazione, il 10% dei soci fa il 90% del lavoro;
(3) è solo l'afflusso di nuovi iniziati che mantiene le chiese e le associazioni SM al sicuro dall'implodere nella loro disfunzione intrinseca.

Quando gli insegnamenti pratici e spirituali sono organizzati in una dottrina comune (un dogma), si genera una contaminazione interna mentre la comunità evolve in una istituzione, la contaminazione si accresce e le linee base si sfaldano nella lotta tra il facilitare l'ingresso ai nuovi venuti e il voler mantenere in vita l'istituzione a tutti i costi. Quando ciò accade, il perseguimento comunitario della libertà (la libertà è un sentire spirituale estremamente forte) viene messo da parte da una tossica dinamica tribale di riverenza forzata, oppressione di nuove idee, cacciata di coloro che intendono mettere in discussione il dogma e autorità assoluta di chi lo ha creato. Vi suona familiare? E' solo perché alcuni, solo alcuni, dei leader della comunità religiose hanno ancora la stoffa giusta che qualcosa di buono esce ancora oggi dalle nostre parrocchie. Idem per i nostri gruppi SM.

Una cosa importante da notare è che non tutti siamo chiamati ad essere leader, né si deve essere leader per essere un membro prezioso della comunità. "Leader" e "follower" sono due facce della stesa medaglia, indipendenti gli uni dall'altro proprio per l'identità archetipica che rappresentano. Per noi che siamo impegnati in rapporti di power-exchange si spera di riuscire a portare rispetto e reverenza a chiunque diventi il nostro leader, sia esso un sottomesso o un Dominante. Si spera di riuscire a distinguere chiaramente i due ambiti di azione anche se sono insiti nella stessa persona.

Veniamo ai tre elementi indicati come fondamentali per una buona leadership: visione, passione, direzione. Per quanto riguarda la visione, è intesa come il riuscire a vedere chiaramente la direzione in cui è necessario procedere al fine di portare alla realizzazione di quella visione, è ciò che rende carismatici, che, secondo Webster significa "avere o mostrare una personale magia di leadership che suscita lealtà ed entusiasmo". Avere la stoffa giusta comunque non significa affatto essere un leader infallibile. Anche un buon papa più sbagliare, come accaduto, e il papa è considerato un leader estremamente affidabile.

A cosa somiglia la visione? Senza entrare troppo nel misticismo, significa avere la facoltà di vedere un quadro più ampio riguardo alla vita, su chi e cosa siamo veramente, su dove stiamo andando e per quale scopo. Bisogna avere compassione per la condizione umana. La compassione partorisce visioni, e anche se le visioni possono essere infinite nella loro forma e nelle loro immagini, una visione non è mai incentrata sulle esigenze o i bisogni personali, ma sempre su quelli degli altri. Ricordiamo Martin Luther King Jr. a questo proposito, quando dichiarò "Io ho un sogno...". Avere un obiettivo non significa avere una visione. Gli obiettivi più che altro possono essere considerati come punti di partenza per realizzare una visione, ma una visione è infinitamente più grande di un obiettivo. Una visione può essere anche troppo grande per una persona sola e, come notato da King stesso, una persona solitaria può avere consapevolezza solo di una piccola parte di una visione. Se vuoi vedere la tua visione totalmente realizzata devi essere in grado di instillarla negli altri, perché solo col lavoro di molte mani un grande lavoro potrà essere compiuto. Una buona capacità comunicativa è fondamentale a tale proposito perché "Non c'è nulla di più demoralizzante di un leader che non riesce a definire in modo chiaro il motivo per cui si sta facendo quello che si sta facendo" (The Leadership Challenge Journal).

Non basta, comunque, semplicemente comunicare la visione agli altri, bisogna essere appassionati della propria visione. La passione è contagiosa e la mancanza di passione è evidente. La gente non potrà condividere la visione di qualcuno, o anche capirla, ma risponderà sempre favorevolmente alla passione con cui viene esposta. La passione sarà la forza con la quale sollevare il peso che la vostra visione richiederà. E, realizzare una visione, richiederà il sollevamento di tanto peso. L'assenza di passione è un buon indice per stabilire che quel potenziale compito non è necessario all'adempimento della vostra personale visione, in poche parole, che quello non è il vostro lavoro. Se non sentite passione per qualcosa, non fatela, anche se quella mansione resterà inadempiuta. Quante volte nella nostra comunità si ha una mancanza di passione perché si è messa la persona sbagliata nel posto sbagliato? Se siete appassionati di quello che state facendo per la comunità significa che non ve la prenderete quando non arriveranno le lodi o il riconoscimento meritato per i vostri sforzi. E poiché nessuna buona azione resta impunita, sappiamo anche che prima o poi arriveranno le critiche ingiuste, se non le calunnie, e se non sarà stata la passione a spingervi, sarà fin troppo facile per voi riempirvi di risentimento e amarezza quando si verificherà.

Chi pratica BDSM lo fa per una serie di motivi, non ultimo per la carica erotica che il BDSM da. E' qualcosa di caldo, potenzialmente trasformativo e divertente, e presumibilmente molti vorranno continuare a vederlo in questo modo. Tuttavia, nulla si abbatte contro questo proposito se si assume qualche carica organizzativa e qualche responsabilità in seno alla comunità. Nessuna conferenza sul BDSM o incontro o scambio di opinioni renderà nessuno duro e bagnato,  ma se si vuole che qualcosa si muova, conviene rimboccarsi le maniche, in particolar modo se si aspira ad una futura carica di leader.  Spendere nella comunità del tempo, non più di quanto si faccia nella sala riunioni per un qualsiasi lavoro, per capire come stanno le cose.

La passione è alimentata dalla chiarezza sulla propria visione, ma anche dalla propria direzione. La direzione è il modo in cui dobbiamo muoverci per soddisfare le nostre visioni. Ma come ha detto Carl Jung "Il vero leader è sempre guidato". I leader autentici sanno che da soli non vanno da nessuna parte e anche che non sono esattamente una bussola, piuttosto che devono diventare una sorta di sistema satellitare di navigazione attraverso il quale l'Universo trasmette opportune direzioni. Credo che i leader della nostra comunità in questo momento siano chiamati maggiormente ad agevolare la libertà spirituale di coloro che conducono, piuttosto che esigere un posto a sedere al tavolo della società. Una volta che saremo liberi dalla falsa aspettativa che il nostro benessere dipenda dall'accettazione sociale, allora le nostre richieste di pari diritti saranno atti compassionevoli al sevizio sia della nostra comunità, sia degli oppressori della nostra comunità, perché quando si è liberi si sa che l'oppressione causa più sofferenza e fatica all'oppressore stesso. Pensate ad esempio alla vita di Nelson Mandela. E' stato ingiustamente imprigionato per ventisette anni ma è stato l'uomo più libero del Sud Africa, e la sua compassione sia per gli oppressi che per gli oppressori, dichiarata dopo il suo rilascio, è un gesto che parla da solo. Finché non sappiamo che tipo di libertà richiediamo come nostro diritto, stiamo solo combattendo egoisticamente contro un'autorità illusoria. Dico "illusoria" perché sappiamo, nel profondo delle nostre anime, che l'Universo, non la conoscenza, non le abilità, non i nostri punti di forza, non le nostre risorse o anche la giustizia stessa, è l'unica vera autorità. Sappiamo di non avere autorità di gestire nessuna genuina autorità. Al massimo possiamo essere condotti da una autorità universale e, stando così le cose, dobbiamo rimanere collegati alla Sorgente di tale autorità al fine di condurre gli altri in modo efficace ed etico. Come rimanere in contatto con questa Sorgente sta a voi, ma può essere semplice se si rimane fedeli alla propria visione, perché, se ancora non fosse chiaro, tale visione proviene da quella Sorgente.

Infine, fatto piuttosto scomodo, requisito fondamentale per chi aspira alla leadership in campo BDSM è la volontà di venire a conoscenza della propria radicale sessualità. Modellarsi esternando la verità sui desideri più profondi del proprio cuore, nonostante i rischi percepiti, è un grande atto di autentica leadership. Non è detto che si debba proclamare pubblicamente se stessi come un pervertito ad ogni angolo di strada. Vi è, tuttavia, una grande differenza tra il non voler essere un personaggio pubblico ed il nascondersi. Molti esponenti del mondo Leather si sono ritrovati ad effettuare un doppio coming out, uno che li ha portati a dichiararsi gay, ostracizzati dal mondo etero, e uno che li ha portati a dichiararsi Leather, ostracizzati questa volta proprio dal mondo gay. Nessuno che si sia trovato anche una sola volta nella necessità di un coming out vi dirà mai che si tratta di un gesto facile. Ma nascondere la verità su se stessi, in qualsiasi modo e per qualsiasi motivo, danneggia sempre l'anima, sia l'anima dell'individuo, che l'anima della sua comunità. Se si è accettato un invito alla leadership bisogna essere venuti allo scoperto, o esser pronti a farlo come e quando necessario, altrimenti non importa quanto dolce sia la musica della vostra visione, state conducendo coloro che sono i vostri seguaci su un percorso di vergogna, bassa autostima e verso un'esistenza di paura.

Si sa che il motivo per cui molti non escono allo scoperto è perché si teme di doverne pagare un prezzo alto. Questa paura è comprensibile, ma raramente costituisce una scusa legittima. Ma l'integrità di un leader richiede la disponibilità a rischiare tutto per rimanere autentico. Questo è il prezzo della leadership di questa comunità. Un piccolo consiglio spirituale di incoraggiamento. Quando si rimane fedeli alla visione, alla passione e alla direzione che avete instillato dentro di voi, essi si trasformano in coraggio, perseveranza e pace interiore. Quel po' di alchimia spirituale è una sorta di grazia e vi fornirà, quando sarete un leader della comunità e potrete sentirvi come se non aveste un solo amico, il sostentamento tanto necessario.



Elaborazione del materiale proveniente da  Leather Leadership Conference Nine Keynote Speech

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